Depurazione dalle tossine: una pratica salutare al cambio di stagione

Spesso si è portati a pensare che la depurazione dell’organismo sia una sorta di “fase preparatoria” alla successiva cura. In realtà, questa pratica salutista va correttamente intesa nelle sue caratteristiche di fondo. Non si tratta, infatti, di un semplice rimedio “preventivo”, ma di un vero e proprio trattamento riequilibrante, in grado di riattivare le risposte di autoguarigione dell’organismo.
Quando ancora non si faceva ricorso ai farmaci di sintesi, il primo, basilare approccio al disagio fisico consisteva nell’applicazione di trattamenti diretti ad eliminare scorie, tossine, ristagni e processi infettivi. L’obiettivo era di disintossicare il corpo per permettere alle naturali energie della vita di riprendere a scorrere liberamente, riportando l’organismo all’originario stato di salute e di benessere.

Solo negli ultimi cinquanta anni alcune scuole di pensiero hanno divulgato il messaggio che il corpo non sarebbe mai in grado di guarire da solo, trascurando la “vis medicatrix naturae”, la forza risanatrice della natura, che, secondo la scuola medica salernitana, (da cui è originata la moderna naturopatia), è alla base della risoluzione spontanea di molte piccole problematiche psico-fisiche quotidiane.
Quando dunque il corpo manda segnali di stanchezza e irritabilità, la digestione è rallentata, si avverte ritenzione di liquidi e senso di gonfiore, testa pesante e senso di malessere vago ma diffuso, è il momento di comprendere che l’organismo è sovraccarico di tossine da eliminare. Più che di farmaci, dunque, in questo caso abbiamo bisogno di espellere dal nostro organismo le scorie che a vario titolo si sono andate ad accumulare al suo interno.

Ma in cosa consistono, in concreto, queste scorie?
Possiamo distinguere, in prima approssimazione, tra tossine endogene ed esogene.
Le tossine endogene sono rappresentate dai radicali liberi che dell’ossigeno che si formano durante i normali processi metabolici, e dalle sostanze di scarto del metabolismo. Le tossine endogene possono aumentare in certe particolari situazioni, come nel caso di stress prolungato, di attività fisica molto intensa, di pasti abbondanti ed ipercalorici. Le tossine esogene, invece, penetrano nell’organismo attraverso l’alimentazione, la respirazione e la pelle. Sono gli additivi chimici contenuti in molti cibi, i prodotti di scarto dei farmaci, i metalli pesanti, (piombo, mercurio, alluminio, cadmio, nichel, che danneggiano cuore, sistema nervoso, cervello e tolgono ossigeno ai tessuti), le polveri ambientali, lo smog ed il fumo.

Come procedere ad una sistematica eliminazione di tutti questi prodotti di scarto?
In questo senso devono essere particolarmente presi in considerazione gli organi emuntori, cioè quegli organi che, nel nostro corpo, hanno la specifica funzione di espellere scorie e tossine. Sono il fegato, i reni, l’intestino e la pelle, i naturali “depuratori” dei processi che avvengono nel corpo, ed ai quali si deve garantire, con opportune strategie, una piena e perfetta funzionalità.
Solo così potremo eliminare in modo efficace tutto ciò che di “vecchio” e quindi di inservibile si è andato ad annidare nel nostro organismo, togliendo spazio al libero scorrere delle energie vitali.

L’autunno appena iniziato è un momento ideale per impostare una buona pratica depurativa: dunque approfittiamone!
Cominciando dal fegato, va ricordato che si tratta di una ghiandola dalle numerose e preziosissime funzioni: produce infatti la bile, necessaria per digerire i grassi, è coinvolto nel metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi, disintossica, rielaborandole, numerose sostanze nocive introdotte nell’organismo o prodotte dallo stesso, e contiene cellule in grado di eliminare le sostanze nocive trasportate dal sangue.

Il fegato può essere efficacemente rigenerato con un trattamento fitoterapico così strutturato: al mattino, a digiuno, assumere 30 gocce di bardana in tintura madre, a metà mattina 30 gocce di carciofo in tintura madre, a metà pomeriggio 30 gocce di tarassaco in tintura madre. Le gocce vanno diluite in mezzo bicchiere d’acqua, da sorseggiare lentamente, dopo aver trattenuto il liquido qualche secondo sotto la lingua.

Particolare attenzione, in questo contesto, richiedono anche i reni, la cui funzione principale è quella di filtrare il sangue isolando i prodotti di rifiuto del metabolismo, che vengono poi espulsi con l’urina. A questo compito fondamentale, si aggiunge anche il ruolo che i reni svolgono per regolare il volume dei liquidi corporei, e per mantenere l’equilibrio acido-base (il PH del sangue). Potremo sostenere i reni nel loro lavoro facendo ricorso, anche in questo caso, alla fitoterapia: un’ottima tisana diuretica è composta da betulla foglie (g 30), ortica foglie (g 30), ortosiphon foglie (g 20), e uva ursina foglie (g 20). Sono tutte piante che uniscono all’azione diuretica anche proprietà remineralizzanti e disinfettanti delle vie urinarie. Si porrà in infusione per 10 minuti, in una tazza d’acqua bollente, un cucchiaio della miscela come sopra indicata; si procederà quindi a filtrare e a bere lontano dai pasti 3 volte al giorno, a giorni alterni.

Una efficace pratica depurativa non può certo trascurare la cura dell’intestino, deputato all’assimilazione del cibo ed allo smaltimento delle sostanze di rifiuto, e così sensibile alle sollecitazioni interne ed esterne da essere definito il nostro “secondo cervello”. Anche in questo caso, l’effetto depurativo può essere garantito con l’utilizzo di una tisana composta da erbe ad azione lenitiva ed emolliente, adatta sia in caso di stipsi che di diarrea. In particolare, si prepara una miscela composta di altea radici (g 20), malva foglie (g 30), melissa fiori (g 30) e finocchio frutti (g 20). Si pone in infusione per 7 minuti circa un cucchiaio della miscela sopra descritta, si filtra e si beve lontano dai pasti 3 volte al giorno, a giorni alterni.

Infine la pelle potrà essere aiutata nella sua funzione di eliminazione delle tossine attraverso una tisana “diaforetica”, cioè stimolante della sudorazione. In questo caso la miscela è composta da tiglio fiori (g 30), sambuco fiori (g 30), zenzero radice (g 20) e salsapariglia radice (g 20). Porre in infusione per 10 minuti un cucchiaio di miscela in acqua bollente, filtrare e bere al mattino, a digiuno, una volta al giorno.

I trattamenti fitoterapici dovranno essere seguiti per un mese, e quindi ripetuti all’inizio della primavera.
Non dimentichiamo infine di nutrirci con abbondante frutta e verdura biologica, preferibilmente senza scartare la buccia: le fibre in essa contenute aiuteranno infatti a “spazzolare” le pareti dell’apparato digerente, facilitando il processo di depurazione.
Un ultimo suggerimento: ricordiamo che anche i pensieri negativi hanno un elevato grado di tossicità. Cerchiamo quindi di attenuare ansia, stress, idee opprimenti e svalutanti, che appesantiscono psiche e corpo, creando malessere e sottraendo energia; anche la depurazione psichica è un passo importante per stare meglio ed affrontare la stagione invernale con rinnovata energia e sano equilibrio.