Quante volte abbiamo dedicato (o meglio sprecato) il nostro tempo a rimuginare su ciò che non va nella nostra vita? Un lavoro frustrante, una relazione di coppia difficile, una pesante situazione economica, le incomprensioni familiari possono assorbire molta della nostra energia, soprattutto se, dopo aver affrontato ciò che in qualche modo non ci piace, entriamo nel ruolo della vittima e ci facciamo così travolgere da pesanti ondate di negatività.
Facciamo a questo proposito alcune riflessioni:
– la lamentela non porta ad alcun risultato. Amareggiarsi sterilmente per qualcosa che non va secondo i nostri piani non ci aiuterà a cambiare in alcun modo la situazione. Se ci limitiamo a ripetere all’infinito, a noi e a chi avrà la pazienza di ascoltarci (fino a quando resisterà alla pesantezza dei nostri sfoghi) che la vita è stata avara con noi, che non ci meritavamo tutto questo, che siamo una vittima innocente dell’egoismo altrui, percorreremo semplicemente una strada senza uscita. Alla fine della lamentela, non arriveremo ad alcuna soluzione, ed invece di “svoltare” verso differenti possibilità di comprensione del problema, troveremo un muro che ci chiuderà l’accesso ad altre risorse.
– La nostra mente è una sorta di computer, che registra e ripropone i programmi che noi andiamo ad installare. Se installiamo programmi funzionali, improntati alla positività, alla fiducia, alla gratitudine, ne saremo progressivamente contagiati in modo favorevole. Se installiamo programmi disfunzionali, legati alla lamentela, al biasimo, al giudizio, vivremo in un vortice sempre più caotico di negatività. Ricordiamoci che siamo il prodotto dei nostri pensieri, e che diventiamo ciò a cui pensiamo per la maggior parte del tempo. Pensiamo in modo amaro, scettico, giudicante, in termini di ristrettezza? Saremo noi stessi amari, scettici, giudicanti, con pochi mezzi. Cerchiamo di coltivare la fiducia, la gratitudine, l’amorevolezza? Progressivamente il nostro io si conformerà a questi pensieri.
– Ricordiamo infine che esiste anche la legge dell’attrazione, o legge del boomerang, in base alla quale l’Universo ci risponde in risonanza con le vibrazioni energetiche che noi emaniamo. Se abbiamo pensieri distruttivi, la vita ci presenterà altre situazioni in cui “sfogare” la nostra distruttività. Se giudichiamo, saremo giudicati. Se invece ci avviciniamo agli altri, ed alle varie situazioni quotidiane, con atteggiamento sereno e benevolente, in un modo o nell’altro questa benevolenza ci tornerà indietro.
Ma come fare a smettere di lamentarsi e sviluppare la positività quando in famiglia ci sono incomprensioni, i colleghi ci stressano, il lavoro ci sembra monotono e demotivante, le risorse economiche scarseggiano? Impariamo a spostare la prospettiva da cui guardiamo le cose, e invece di concentrarci su ciò che non va, facciamo lo sforzo di focalizzare la nostra attenzione su ciò che funziona nella nostra vita.
E se andasse davvero tutto male e non ci fosse nulla che funzioni? Pensiamo a questo. Respiriamo? Significa che SIAMO VIVI. Stiamo leggendo questo articolo? Significa che abbiamo occhi per leggere e pensiero per comprendere. E se siamo arrivati fino a questo punto della lettura, probabilmente siamo anche animati da una certa buona volontà di migliorare. E allora, se siamo vivi e vogliamo intraprendere la strada della crescita personale, iniziamo ad allenarci nutrendo la nostra mente di buon cibo.
Il primo alimento davvero nutriente e fortificante per la mente si chiama gratitudine.Incominciamo a svilupparla per il fatto di essere ancora qui, a vivere la nostra avventura sulla Terra. Quindi, impariamo ad essere consapevoli, e di conseguenza grati, delle piccole cose quotidiane. Esse sono brevi momenti durante i quali riusciamo a dimenticarci dei nostri problemi, e concediamo un po’ di tregua alla nostra mente affaticata.
Qualche piccola-grande cosa che ci aiuti a sperimentare la gioia della consapevolezza e della contemplazione? Pensiamo alla meraviglia di un paesaggio innevato, o magari splendente di sole, all’intensità di un cielo stellato da contemplare fuori città, al rumore delle onde sulla spiaggia (Eschilo parlava del “sorriso del mare”), all’incanto del viso dei piccoli, alla piacevolezza di una doccia calda e profumata dopo una giornata di lavoro, al sorriso che qualcuno ci regala.
Ripartiamo da qui. Dall’essere grati perché, anche se la vita che viviamo non è esattamente come l’avevamo immaginata e sognata, dentro la gabbia di legno della nostra quotidianità esiste un usignolo d’oro, che presta le ali alla nostra anima e ci permette di sollevarci sopra le vicende che ci accadono senza sfuggirle, ma trovando la forza e la fiducia per migliorare ciò che possiamo cambiare, ed accettare serenamente ciò che non è in nostro potere modificare. Solo attraverso questo grato “andare oltre” i problemi, senza ignorarli, ma senza neppure ingigantirli con le nostre lamentele, troveremo la chiave per affrontarli in modo diverso e accedere con serenità alle nostre risorse interiori per un cambiamento davvero significativo. Buona gratitudine a tutti.